Dopo la seconda seduta del nuovo Osservatorio Ambientale di prossimità del Terzo Valico, tenuta ad Alessandria mercoledì 20, ieri, venerdì 22 settembre, si è avuta prova dell’efficacia e della tempestività del sistema di controllo messo in atto con il ‘Protocollo amianto’.

Presso il cantiere operativo ligure di Cravasco, grazie ad un apposito sondaggio esplorativo in avanzamento che aveva evidenziato la presenza della vena, è stata riscontrata la presenza di pietre verdi al fronte di scavo ed è stata disposta l’immediata sospensione dei lavori in attesa dell’esito delle analisi sul campione prelevato. Non sono stati riscontrati valori di fibre di amianto in ambienta di vita, ovvero fuori dal cantiere, superiori alla soglia consentita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità di 1 fibra/litro,

Va sottolineato che il rinvenimento di pietre verdi non implica la presenza di amianto nelle rocce né la presenza di amianto in aria in ambiente di vita ma, come previsto dal Protocollo amianto, comporta l’adozione di un livello di attenzione più elevato e l’attivazione di maggiori controlli. È quindi immediatamente prelevato un campione per verificare la presenza di amianto all’interno della roccia.

Lo smarino scavato nell’ultimo tratto è stato confinato in una apposita vasca, è stato bagnato e coperto per evitare il pericolo di dispersione di polveri, secondo il Protocollo e sotto la supervisione del dipartimento provinciale di Genova di Arpa Liguria.

Dal punto di vista della trasparenza i dati sono già pubblicati sul sito internet dell’Osservatorio Ambientale, mentre il Presidente dell’Osservatorio Claudio Coffano aggiorna costantemente il Commissario di Governo Iolanda Romano, il Sindaco di Campomorone Paola Guidi e l’Assessore all’Ambiente e alle Infrastrutture della Regione Liguria Giacomo Giampedrone.

Nei primi giorni della settimana verranno effettuati nuovi campionamenti da parte dei tecnici Arpal per determinare se c’è presenza di amianto nelle pietre verdi e valutare l’eventuale ripresa dello scavo, seguendo gli accorgimenti a tutela dell’ambiente e salute che saranno concordati con Asl e Arpal. Fino ad allora le operazioni di scavo resteranno sospese.

Gli altri temi trattati dall’Osservatorio nella seduta di mercoledì hanno riguardato, oltre al consueto aggiornamento sui cantieri in corso e il lavoro dei diversi gruppi tematici (amianto, idrogeologica, aria), i seguenti argomenti:

  • distinzione tra crisotilo e antigorite fibrosa: 

il contributo dell’Istituto superiore di sanità conferma che i documenti del Ministero della Salute ed in particolare del centro tumori (che riguardano la presenza di fibre sia nell’aria che nelle acque) riportano come pericoloso solo il crisolito, in quanto riconosciuto come  amianto mentre l’antigorite fibrosa  ad oggi non è considerata amianto e non è cancerogena.

Per evitare futuri episodi di falso allarme si è condivisa la necessità di affinare le procedure dei diversi laboratori (con una “intercalibrazione”) sulla metodica di analisi morfologica delle fibre di amiamo in modo da distinguere il crisolito e l’antigorite in modo più tempestivo. il tema sarà oggetto di un documento a cura di Istituto superiore di sanità che sarà successivamente reso pubblico

  • gestione dei depositi per le terre e rocce da scavo:

affinamento delle procedure per le terre contenenti amianto sotto soglia (ovvero in regime di “sottoprodotto”), come ad esempio le Linee guida che prevedono misure specifiche per aggiornare i piani di monitoraggio ambientale per ogni cava o deposito, garantire la sicurezza dei lavoratori e le modalità di comunicazione al cittadino,

All’incontro, oltre ai membri ordinari, hanno partecipato anche i rappresentanti del settore Polizia mineraria Cave e Miniere della Regione Piemonte.

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